Abbiamo la data e il luogo, storicamente verificati, della nascita della cosidetta Massoneria Moderna: Londra, 24 giugno 1717 . Ciò vuol dire forse che in quel giorno vennero definiti nella loro interezza i contorni e i contenuti di quella che doveva essere e sarebbe stata la Massoneria Moderna? I grandi valori morali, le linee di cammino spirituale, i punti di riferimento, il senso della giustizia che sono giunti fino a noi?
Certamente no. Sarebbe folle pensarlo.
E allora?
Di certo il fatto stesso che a far nascere la cosidetta Massoneria Moderna siano state Quattro Logge che già operavano significa che la Massoneria già esisteva prima di quel 24 giugno. Questo cosa vuol dire?
Semplicemente che quel 24 giugno non vennero definiti i valori etici, spirituali e morali su cui la Massoneria si fonda, ma venne più semplicemente deciso di definirli meglio nel tipo della loro organizzazione profana.Quindi i veri valori esistevano già ed erano seguiti.
Da quando? Le radici storiche cui si riallacciano ci portano – nei nostri tempi – ai primi secoli del secondo millennio e la prima data riscontrabile è quella dell’anno 1268, quando un ministro del re francese Luigi XI il Santo ne affida le regole al “Libro dei mestieri”, visto che i Liberi Massoni vivevano sopratutto nelle corporazioni di mestiere impegnate nella realizzazioni delle grandi opere, vedi in primis le splendide cattedrali e le chiese in genere.
Ma, trattando noi di valori etici e spirituali dell’uomo, possiamo soffermare la nostra attenzione solo sulle carte definite, sulle date storiche come quella dl 1717 o del 1268?
Certamente no. Le radici dei principi massonici cui noi stessi oggi ci ispiriamo devono andare oltre. Anche se – lo avvertiamo – non si può parlare in quei tempi antichi di Massoneria vera e propria; tuttavia possiamo andare alla ricerca dei principi chiave cui ci ispiriamo e che ancora oggi ci impegnamo a portare avanti.
La nostra ricerca in questo senso ci porta allora davvero lontano nel tempo, senza abbracciare per questo le fantasiose ricostruzioni degli apologisti del XVIII e XIX secolo che giungevano ad allacciare la Massoneria direttamente al Padre Eterno, visto come il primo dei Grandi Maestri. Decisamente è troppo...
Di certo nella ricerca delle origini molti parlano dei Magi Persiani, del Culto di Mitra, dei Misteri di Iside e di quelli di Eleusi, della Scuola Pitagorica, del Druidismo, degli Esseni e dei Terapeuti e dello stesso Cristianesimo delle origini, della Cabala e della Cavalleria, dell’Ordine dei Templari e degli Alchimisti.
Di una sorta cioè di “catena” invisibile che attraversa i secoli, o meglio sia lo spazio che il tempo e che, pur non vedendosi, esiste ed opera. Radici, piccole e grandi, solide o sfumate, di quella che poi fu la Massoneria Moderna che nacque nel 1717 a Londra, per la quale la prospettiva esoterica – come scrive Andrea Cuccia – parte dal presupposto della conoscenza attraverso l’intelletto, cioè dalla gnosi intesa intellettualmente, senza limiti e suscettibile di ogni confronto.
Avendo però ben presente – continua Cuccia – che la moderna Massoneria rappresenta un felice e ingegnoso accoppiamento delle antiche dottrine iniziatiche con le forze e le tradizioni parimenti antiche delle Società dei Liberi Muratori espresso in modo inoppugnabile dall’opera dei Rosa+Croce che ha portato alla trasformazione dei vecchi Istituti agli atteggiamenti della moderna Massoneria.
Tali movimenti di pensiero hanno per presupposto la credenza nell’esistenza di una Tradizione Primordiale intesa come Verità rivelata e vedono la prova di essa nelle immagini archetipi fondamentali che trovano le loro radici in antiche testimonianze, fin dalle società primitive (vedi per esempio la svastica) nonché nella comunanza di Leggende, Miti e Saghe dei vari popoli della Terra.
Trasportati da quella che il filoso Greco Anassagora esprime (“Mondo delle idée”) come “memoria delle cose, capacità di notarle e rilevarle”, o come per Platone (Fedone 72D, 77D) è un ricordare. Si tratta pur sempre di atteggiamenti tesi a disciplinare i movimenti dello spirito umano alla ricerca e alla conquista della verità, che si riallacciano ad istituzioni che nel passato più o meno remoto ebbero lo stesso obiettivo e furono strumento di evoluzione intellettuale e morale e quindi di progresso nel campo del pensiero e della civiltà.
Non a caso Samuel Hemming (1834-1894), esperto spiritualista e Primo Gran Sorvegliante della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, definì la Massoneria come “un sistema di regole morali ed insegnamenti velato in allegorie ed illustrato da simboli”. E certamente molti sono i simboli e gli insegnamenti che risalgono ad epoche antiche con le quali il Moderno ha legami stretti di cultura e di valore. Legami che G. Wilkinson (“Mannors and customs of the Ancient Egyptians”) allaccia alle Corporazioni Elleniche ed ai Misteri d’Oriente, e che altri collegano addirittura anche alle antiche civiltà cinesi, egizie ed ebraiche. D’altra parte c’è chi ha notato (G. Mackey nel libro “Voice of Masonry del 1876) delle analogie tra gli Antichi Misteri e la moderna Massoneria, nelle cerimonie e nei metodi, rimasti immutati dopo millenni e che significano purificazione – iniziazione – perfezione.
Ma questi antichi valori, questi metodi, come sono giunti fino a noi? Secondo W. Bridgman nel suo “The Pitagorean Symbol” del 1804, gli gnostici hanno il merito di aver fedelmente ripreso la tradizione massonico e di averla trasmessa attraverso simboli e segni di muto riconoscimento alla Massoneria Speculativa, passando attraverso alla cosidetta Massoneria Operativa.
C’è (Laurie, History of Freemasonry, 1804) chi ha notato a questo proposito che gli architetti di Dioniso praticavamo cerimonie interne e si attenevano a procedure molto simili a quelle della Massoneria, e non è un caso forse se lo stesso Confucio (481 a.C.) - e come lui Mencio - in uno scritto del IV secolo a.C. afferma che “l’uomo deve apprendere l’uso della livella, della squadra e del compasso e farne norma di vita se vuole percorrere le vie della saggezza, dell’onore e della virtù”. Forse che nella istruzione degli Apprendisti il Maestro Massone non indica la squadra e il compasso?
Non siamo solo noi, dunque, ad affermare la convinzione che tutte le società iniziatiche e segrete che hanno attraversato e attraversano la storia dell’uomo formano gli anelli successivi di una ininterrotta catena di unione. In questa ottica entrano le dottrine esoteriche che in Egitto, Persia e Grecia preservano la saggezza dei Profeti e dei Grandi Iniziati dalla violazione di moltitudini profane, e così vennero trasmesse ai primi pensatori cristiani e vennero poi tramandate dalle scuole gnostiche di Siria ed Egitto fino ai Templari e ai Costruttori di Cattedrali per giungere quindi alla cosidetta Massoneria Moderna.
Di certo il collegamento tra la Massoneria che noi oggi viviamo e le istituzioni iniziatiche dei tempi più remote segue un filo filosofico ed esoterico che non può essere ignorato e – come dice Cuccia – “si può pensare che le regole di comportamento dettate dagli uomini dei millenni passati per una vita ordinata dell’umanità e una maturazione interiore della persona sono oggi oggetto della istituzione massonica”. Queste regole non sono state mai scritte ma sono passate da epoca ad epoca attraverso la trasmissione orale.
In ogni tempo vi sono stati uomini amanti dell’umanità che si raccolsero in comunità per tenersi lontani dai tumulti della loro epoca con lo scopo di salvare la propria libertà e la propria concezione di vita, certo, ma sopratutto per far sì che certi valori antichi non fossero travolti dalla confusione dei tempi e potessero così venire trasmessi a coloro che sarebbero venuti dopo di loro.
E’ per questo che, come disse il Gran Maestro Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1914, in un suo intervento di Loggia il 12 giugno 1896, “La Tradizione Massonica svoltasi attraverso i secoli dalla più fitta notte dei tempi, ha raccolto i Veri divulgati da tutte le religioni, rivelati dalla scienza, velati dall’esoterismo, per estricarli, propugnarli e diffonderli nell’umanità”.E’ con questa chiave di lettura quindi che si può comprendere come soltanto con la ricostruzione delle origini simboliche è possibile adattare i simboli stessi alla Massoneria di oggi senza farne una copia senza vita, ma un qualcosa di dinamico in grado di portare avanti la conoscenza nel fiume che scorre della storia.