Venuti a conoscenza delle dichiarazioni, che giudichiamo farneticanti, di un certo generale rumeno riguardo alla nascita di una loggia P3, riedizione della P2 che tanto danno ha prodotto alla Massoneria vera e tanto scompiglio nel mondo politico e istituzionale, avvertiamo la necessità di prendere decisamente le distanze da questo annuncio e di condannare ogni possibile rigurgito di deviazione. L’associazione di cui si parla non può avere nulla a che fare con la Massoneria, ma potrebbe nascondere mire e progetti dai quali la Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese e, siamo certi, tutte le Obbedienze sane intendono stare prudentemente lontane.
La Massoneria italiana, tra le più antiche d’Europa, ma anche fra le più tormentate, ha contato tra le sue fila personaggi eminenti che hanno contribuito alla unificazione nazionale e allo sviluppo del giovane Stato. Anche se oggi lo si ignori, quantomeno si fa fatica a riconoscerlo.
Messa al bando da una legge fascista del 1925, vittima di persecuzioni, si ricostituì nel dopoguerra in maniera frammentaria, dando vita a numerosi gruppi che si contendevano e si contendono tuttora la regolarità, per legittima discendenza dalla Massoneria dei primi del ‘900.
Non si può dire che lo Stato repubblicano abbia agevolato la sua rinascita, dovendo contemperare le pressioni politiche e religiose che avrebbero voluto la sua eliminazione, con le nuove istanze di libertà. Ne è risultato un compromesso, ovvero l’art. 18 della Costituzione che pur garantendo la libertà di associazione non ne definisce i contenuti e di fatto resta vuota enunciazione. Infatti nessuna legge stabilisce quali siano i diritti promessi e le associazioni hanno continuato ad essere regolate dal codice civile del 1942 come associazioni non riconosciute.
Malgrado le tante difficoltà, la Massoneria si è affermata su tutto il territorio nazionale come polo di aggregazione di liberi pensatori e spiriti indipendenti, accomunati dal desiderio di cercare il senso della vita nella conoscenza di sé stessi e nell’amore per il prossimo.
Ma non tutte le logge hanno le stesse finalità. Il percorso virtuoso della tradizione muratòria si è dovuto infatti scontrare prima con il preoccupante fenomeno delle “deviazioni”, quando negli anno ’70 la criminalità organizzata tentò di utilizzare la Massoneria per accedere alla società civile, poi con lo scandalo nazionale provocato da un massone sui generis, Licio Gelli, che trasformò una loggia particolare denominata P2 in un comitato di affari con mire politiche e di potere.
La scoperta di questa loggia anomala, le cui finalità e metodologie erano del tutto estranee alla Massoneria, suscitò grande clamore in Italia e all’Estero. Lo Stato reagì con forza sia sul piano legislativo con una legge sul divieto di associazione segreta, sia su quello politico mediante la istituzione di una Commissione di inchiesta, che peraltro dette ben scarsi risultati, malgrado l’imponente impiego di mezzi e risorse. Anche se si è dovuto riconoscere che il fenomeno non aveva le dimensioni sospettate, ma riguardava il progetto partorito da una mente isolata, la vicenda ha prodotto discredito su tutta la Massoneria, che tuttora fatica a convincere l’opinione pubblica della bontà e utilità dei suoi fini.
In tale contesto la notizia di questo generale rumeno, di nome Bartolomeu Constantin Savoiu, il quale si dichiara erede di Licio Gelli e annuncia da Roma la nascita della loggia P3, diretta emanazione della P2, è un annuncio inquietante che, a prescindere dalla sua fondatezza, la Massoneria italiana non può accogliere indifferente, in una fase particolarmente difficile della sua storia che la vede impegnata a difendersi contro il diffuso pregiudizio e le discriminazioni generalizzate, contro le quali è stata persino costretta a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Non va peraltro sottovalutato il pericolo che falsi massoni al soldo di pericolosi progetti antidemocratici e illiberali possano gettare ombre di sospetto su una Istituzione che si onora di appartenere alla classe degli Ordini Cavallereschi dalla quale trae i valori morali e che, rispettosa delle leggi dello Stato, ha seguito con dedizione e sacrificio la nascita di questa Repubblica.
E’ ora di voltare pagina e lavorare alla ricostruzione di una Massoneria seria e credibile che rivendichi il diritto di svolgere, com’è nella sua migliore tradizione, un ruolo attivo e benefico nella Società, operando alla luce del Sole. La condizione è che si dica basta alla tolleranza verso comportamenti non consoni alle sue finalità etiche. L’inquinamento delle logge ad opera di personaggi mossi da intenti illeciti è un male assoluto che va combattuto dall’interno, se si vuole restituire dignità e prestigio a questa nobile Istituzione. Chi sa e non si ribella ai tentativi di deviazione, oltre a tradire il giuramento di fedeltà allo Stato e alle sue leggi, dimentica i doveri fondamentali del massone. Chi risponde invece all’appello di avviare una grande opera di risanamento della Massoneria italiana, troverà presto ampi consensi e potrà dire di aver contribuito alla sua rinascita.
Sergio Ciannella