Di Rosa Montano
louis armstrong.jpg(Louis Daniel Armstrong, New Orleans 4 agosto 1901 - New York 6 luglio 1971)
Tutto è leggenda, a cominciare dalla sua data di nascita: a suo dire il 4 luglio 1900, nei documenti di registro invece è riportato il 4 agosto 1901 ed il perché di questa contraddizione non si conosce; probabilmente la data dell'anniversario dell' indipendenza americana e l'ingresso nel nuovo secolo rappresentavano dei valori del suo destino di uomo. Le sue origini umilissime sono da ricondursi ad un luogo altrettanto mitologico, una città paragonabile a poche altre sul globo per la straordinaria miscellanea di razze e culture, per la capacità di conservare le tradizioni confluitevi da dovunque, di accogliere tutti i suoni del mondo: New Orleans. Più che una città un luogo dello Spirito e dell'immaginario collettivo, custode dei mille segreti del jazz, suo grembo e culla proprio a cavallo dei due secoli. Nel quartiere di Congo Square nacque e crebbe il piccolo Louis, già da bambino eroe oppresso dai gravi problemi esistenziali degli afroamericani, impegnato a lottare contro la povertà che aveva condannato la madre, appena sedicenne quando le nacque il bambino, alla prostituzione. Strumenti di latta e quella sua inconfondibile voce che univa le vibrazioni dell'allegria e del dolore, rauca di natura (e poi col tempo dallo sforzo del fiato che soffiava nello strumento), il viso espressivo della smorfia da vaudeville, il volto dello zio Tom che tanto piaceva ai bianchi, tutti questi tratti lo accompagnarono da quando per le strade di New Orleans cantava e suonava per i passanti nelle spasm band e nei quartetti barbershop, sui battelli a vapore che risalivano il Mississipi, fino al palcoscenico dei maggiori teatri e sale da concerto del mondo. L'uomo che cambiò il suo destino lo incontrò in riformatorio, e fu il direttore dello stesso che portava avanti un programma di rieducazione attraverso lo studio della musica. Louis imparò a leggere la musica e a suonare la cornetta, strumento che rivelò le sue straordinarie doti. Uscito dal riformatorio fu ingaggiato nella mitica band di Joe King Oliver, diventandone la spalla e seguendolo anche quando emigrò da New Orleans a Chicago. Nella sua Creole Jazz Band conobbe la pianista Lil Hardin, arrangiatrice e concertatrice del gruppo, che presto divenne sua moglie (la seconda!...) e preso a cuore il suo talento, lo guidò nella strada verso il solismo e verso New York. Fu proprio il talento di Armstrong a segnare il passaggio dal collettivo "New Orleans" all' esibizione del solista con orchestra e la nuova tecnica dell'assolo mise in evidenza le caratteristiche uniche del jazz trasformandolo nella musica del secolo. Armstrong si ispirò nei suoi assoli ai modelli virtuosistici maggiormente celebrati nell'America degli anni venti: le dive della lirica, i ballerini di tip-tap, gli spettacoli di vaudeville, il cinema con i suoi divi, senza mai dimenticare il ragazzino che aveva frequentato la strada....Tutto il resto (si continua a narrare...) è ancora leggenda.

Nel periodo nero della Grande Depressione pochi musicisti jazz riuscirono a vivere del proprio lavoro, tra costoro fu Armstrong. Il manager Tommy Rockwell gli salvò la carriera inserendolo nel mondo della canzone. Il New Deal, programma della presidenza Roosevelt, mirava ad incoraggiare in campo artistico i gusti della gente comune che aveva bisogno di ritrovare l'ottimismo attraverso divertimenti low cost, come la sala da ballo e lo spettacolo con i cantanti. Louis Armstrong aveva già nel suo repertorio da showman l'uso di alternare voce e tromba sovrapponendo e confondendo deliberatamente gli stili e la tecnica, trasformandosi in un cantattore-suonatore di tromba. La sua più famosa invenzione divenne così lo scat, l'uso di cantare frammentando la parola in un flusso di sillabe onomatopeiche "non sense" ove si riconoscevano gli arcaici suoni degli strumentini della sua New Orleans, nonché i gorgoglii dello stile dirty (in gergo jazzistico "sporco") e dello stile jungle (altro termine tecnico-gergale che si riferisce ad un insieme di effetti timbrici prodotti da sordine e di scrittura "esotica" intesa in senso molto ironico) in voga nelle big band del tempo, il quale simulava un mondo africano in chiave mitologica. La. comicità e la simpatia alleggerivano l'impatto con lo stupefacente talento che lo fece diventare una vera e propria icona della scena, rendendolo gradevole al pubblico, e non smise di cantare neanche quando la voce gli si fu completamente arrochita. Anzi fu quel timbro di allora che rese indimenticabili le esecuzioni di Hello DollyWhat a Wonderful World e Over the Rainbow.

La sua carriera è diventata simbolo del jazz afroamericano e una delle vicende artistiche più interessanti del novecento. Tra i riconoscimenti maggiori ricevuti vi fu l'incarico di importanti tournée internazionali a nome del governo degli Stati Uniti nel programma governativo Ambassador of Jazz in the world, sorta di campagna promozionale finalizzata a rappresentare e a diffondere l'immagine della democrazia liberale americana all'estero. Usando la sua forza contrattuale, seppe opporre un rifiuto categorico quando gli fu proposta la tournée in URSS in piena epoca di guerra fredda mentre all'interno della federazione americana perduravano gravi manifestazioni di razzismo e discriminazione sociale particolarmente aberranti nell'ambiente musicale e soprattutto nel mondo del jazz che era un veicolo di ideologie progressiste. La scelta artistica di Armstrong fu improntata al mantenimento del successo e della notorietà globale del personaggio, tuttavia non era compatibile il suo stile con il moderno linguaggio jazzistico della rivoluzione bop il quale, pur derivando direttamente da Armstrong che aveva fatto da modello magistrale a tutti i solisti anche cantanti e degli altri strumenti, stava stravolgendo i parametri della tecnica strumentale e del codice musicale. I riformatori del jazz non amavano ricordare la storia umiliante della razza afroamericana, esclusa dalle istituzioni ufficiali e quindi soggetta ad una discriminazione inaccettabile che alimentava di giorno in giorno una crisi sociale intestina. Il volto di Satchmo resterà sempre simbolo del jazz nel mondo ma tra i cinquanta e i sessanta del novecento in USA essa cominciò ad essere considerata il segno di un'epoca da dimenticare e indice di uno stile anacronistico, superato. Il jazz, nato da un mix di danze africane rituali e balli di società europei, passava gradualmente ad un linguaggio per iniziati e ribelli. Tuttavia la maggior sfida lanciata da un jazzista afroamericano all'ingiustizia sociale fu il no di Armstrong alla tournée in URSS, onde non raccontare alla popolazione sovietica la favola del regno felice e dei tutti liberi e uguali. Armstrong non si considerò mai un concertista ma un musicista che preparava il suo show studiando minuziosamente e costruendo la performance con varietà e fantasia, per piacere e divertire il pubblico senza distinzione di razza o di età.

Nel corso della sua ascesa Armstrong ebbe a riflettere molto sui valori umani, come tutti coloro che da umili origini hanno conosciuto fama e ricchezza e ne hanno sperimentato sia i limiti che la natura effimera. Egli mantenne la sua natura generosa utilizzando i guadagni anche per opere di bene e pur non avendo mai avuto figli suoi per quasi tutta la vita provvedette ad un figlio adottivo con gravi handicap (che aveva adottato nel suo primo matrimonio con un'ex prostituta, Daisy!) La sua indole rimase profondamente spirituale e malinconica come tutti i figli della New Orleans da cui aveva imparato a pregare con lo strumento in un linguaggio universale che solo l'Eterno può capire, anche se la sua religiosità non si inquadrava in una Chiesa particolare, (fu battezzato nella Chiesa cattolica e amico di papi) ma aderiva al sincretismo religioso che era la risultante di tutti i culti praticati nel Delta del Mississipi. La sua ricerca lo condusse a bussare alle porte di grandi organizzazioni sociali di studi latomistici, o meglio per sua affermazione sarebbe stato iniziato alla Massoneria e fatto membro della Lodge Montgomery n°18 nell'Obbedienza Prince Hall (1) di New York, ai cui lavori dichiarava di partecipare attivamente, per quanto possibile ad un musicista giramondo. Ma secondo alcune fonti non c'è certezza dell'esistenza di tale loggia. Nella sua autobiografia dichiarò altresi di far parte di un'altra organizzazione segreta The Knights of Pythias, non un gruppo massonico ma un'associazione segreta a legame fraterno, risalente al 1864 e fondata a Washington. (2)

L'adesione alla Massoneria (e ad altre associazioni o confraternite segrete) non è un fenomeno raro tra i jazzisti di colore. Tra i nomi celebri oltre al Nostro si ricorda quello di Duke Ellington, che Armstrong conobbe e frequentò professionalmente e l' eccezionalità di queste carriere che sfidavano le barriere razziali testimonia la forza della catena fraterna, solidale con i fratelli artisti che con la loro attività promuovevano la difesa dei valori umani. Inoltre attraverso la pur ancora scarsamente diffusa ricerca sulle tradizioni e culture del continente africano, che l'antropologia e l'etnologia hanno approfondito, si sa che la pratica religiosa delle zone dell'Africa centro-occidentale (donde provenivano la maggior parte degli schiavi) è oltre che di origini antichissime, di stampo animistico, di natura particolarmente segreta ed iniziatica, e più che altrove nel continente è profondamente radicata nella ritualità simbolica dei linguaggi che gli occidentali sono soliti definire "Arti". Il profondo rapporto con le divinità della natura degli Africani era noto al mondo occidentale, ed anche in certo qual modo temuto per il potere magico che gli si attribuiva. Anche per questa ragione la popolazione afroamericana aveva offerto sacrifici per conquistare la libertà di praticare culti. Essi, sia che professassero la propria religione o quella dei coloni/conquistadores, dovevano nascondersi; se stringevano un patto fraterno doveva essere celato ad altri fratelli. Numerose le associazioni di stampo massonico che nella dimensione genericamente occulta si interfacciavano e finivano per confondersi con altri organismi da cui erano esclusi i bianchi, nei quali si praticavano riti magici "negativi" come un certo tipo di Santeria e il Voudu. L'inasprirsi della discriminazione razziale fu alla base della fondazione della prima repubblica di ex-schiavi della storia, la repubblica di Haiti, nel 1804, cui non fu estranea la partecipazione di Obbedienze massoniche. Nella ritmica bantu, l'elemento culturale più arcaico alle origini del jazz, sono custodite sequenze significative, codici musicali preclusi ai bianchi. Musica-rito-segreto costituisce per l'africano un concetto unico non traducibile con una esperienza occidentale, ma con un'esperienza sovrasensoriale. Paradossalmente tale formazione culturale favoriva l'avvicinamento degli afroamericani alla Massoneria.(3)

Paradossalmente l'istituzione massonica, che negli USA era colonna portante della fondazione delle colonie unite, con i suoi principi di fratellanza, libertà e uguaglianza non poteva accogliere uomini nati schiavi. E lo spettro della schiavitù che aveva tenuto fuori i neri persino dalla fede cattolica (colei che maggiormente ha professato l'ecumenismo nella storia) aleggiava comunque sui discendenti degli schiavi anche nelle logge. In più all'inizio dell'Ottocento alcuni episodi si erano ritorti contro la Massoneria e per un periodo questa aveva goduto di reputazione sospetta anche a causa di intenti diffamatori di alcuni gruppi di potere che avevano interesse a mascherare i loro operati occulti. L'associazionismo negli USA tuttavia per tradizione viene considerato un sistema di ordine sociale applicabile con chiare regole stabilite in leggi apposite, e sebbene queste ultime siano state spesso modificate a seconda delle problematiche territoriali, il rapporto tra giudici e governatore dello stato è fondamentale per il mantenimento della pace sociale. Pertanto anche le pratiche ufficiali e pubbliche legate alla Massoneria (funerali, cerimonie varie aperte ai profani, convegni, etc.) servirono alla diffusione dell'attività e crescita delle logge. Gli afroamericani accolsero la possibilità di aderirvi come un riconoscimento sociale e un avanzamento di grado, nonché uno strumento di lotta per i loro diritti, ma soprattutto come una meravigliosa occasione per riunirsi, cosa che agli inizi della deportazione di massa era stata impedita, con l'aggravante che le comunità tribali e addirittura le famiglie venivano crudelmente smembrate per impedire il complotto e la fuga. Tra i tanti culti, che distinguevano le etnie penetrate nel nuovo mondo, la religione yoruba in più aveva preservato la memoria intatta di alcuni di essi, dando prova di resistenza alla prevaricazione dei coloni bianchi e applicando insospettabili meccanismi di sopravvivenza, fondati sui codici e sulla trasmissione segreta della tradizione che affidava alle generazioni successive la conservazione della propria identità culturale. Oltre Cuba l'unica altra città che ospitava e consentiva degli spazi e giorni pubblici adibiti a questi culti era New Orleans, e Congo Square la piazza che la domenica vedeva confluire una folla di uomini, donne, ragazzi che si radunavano dopo la messa festiva per una sorta di estensione sincretistica della celebrazione ufficiale all'aperto. Armstrong, che era nipote di schiavi (fu abolita dal presidente Lincoln la schiavitù nel 1865) ed era come detto prima, originario del quartiere di Congo Square, avendo partecipato da bambino a tali cerimonie, è una delle personalità artistiche che hanno fatto da ponte tra le radici della sua razza trapiantata nel sud degli USA e il Novecento.

I compositori della lontana Europa avvertirono abbastanza presto la portata eversiva della nuova musica. Quella ritmica inimitabile, fatta di relax e beat, l'intesa misteriosa condivisa tra gli interpreti, il sistema intonativo estraneo ai parametri europei, la presenza di doppi sensi e chiavi interpretative, le citazioni ironiche, allusive mostravano chiaramente che il Jazz aveva radici ancestrali e produceva effetti straordinari e misteriosi di attivazione del sistema nervoso sugli ascoltatori, comunicando loro un istinto irrefrenabile di muoversi a tempo e conducendoli in una specie di circolo magico di sensazioni. Quando Louis Armstrong si affacciò alla scena europea nella prima tournée era il 1927 ed era quasi una fuga da problemi di dialogo con l'ambiguo, all'epoca, e pericoloso mondo del manageriato americano, frequentato, pur tra tanti nomi rispettabili, anche da gangsters e mafiosi. La Francia prima degli altri paesi ma subito dopo a ruota, l'Inghilterra, la Germania, l'Italia etc. accolsero con trasporto questo genere di cui già da alcuni decenni conoscevano le proprietà di fascinazione e terapeutiche dello spirito. Nel 1931-1932 Armstrong era di nuovo in patria ad incidere i brani che lo renderanno famoso. Tra gli alti e i bassi degli eventi politici e la catastrofe bellica il suo astro, sebbene non tramontò mai fino ad essere inglobato nel novero dei nomi che compongono la Mainstream (corrente principale), praticamente tra i grandi classici del jazz, una musica per definizione non classica. Armstrong si distinse anche per la sua capacità di organizzatore di gruppi cui mise mano già dagli anni venti, in memorabili sedute discografiche (Hot Five, Hot Sevens) e persino di attore cinematografico (New Orleans di Arthur Lubin 1947 il più famoso, ma in tutto prese parte ad una dozzina di film almeno), tutte attività che confermano la sua acclarata appartenenza allo star system. Dopo aver raggiunto l'apice della carriera il tutto fu guidato nel bene e nel male dai suoi manager, che puntavano a rafforzare i tratti caratteristici del personaggio e si guardarono bene dall' allontanarsi da un cliché di indubbio successo. Morì a New York il 6 luglio 1971 d'infarto, già malato di cuore da un decennio.

Massone o no, suonava bene...                                                                                   

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(1) La Massoneria nera aveva avuto inizio il 6 marzo 1775 ad opera di un gruppo dafroamericani nati al di fuori della schiavitù. Essa fu denominata Prince Hall dal nome del suo fondatore, un membro della comunità afroamericana di Boston che insieme ad altri fratelli diede inizio alla African Lodge n°1 , ottenendo il riconoscimento dalla Gran Loggia di Londra nel 1784. Questa prima officina grazie al fervore dei suoi adepti si adoperò per l'integrazione e i diritti civili della popolazione di colore in città. A tutt'oggi la relazione tra membri delle officine di bianchi e neri è piuttosto fondata sul doveroso reciproco riconoscimento ma rare sono le comunioni realmente integrate. La Prince Hall Grand Lodge è attualmente diffusa in numerosi stati federali. In generale i principi fondamentali restano gli stessi che si condividono fin dalle origini.

(2) "Non-masons - Louis Armstrong" Grand Lodge British andare Columbia Yukon, 3 settembre 2010 - Da Wikipedia

BIBLIOGRAFIA
Eric Hobsbawm Storia sociale del jazz - Una rivoluzione di suoni, ResGestae 2013
Wynton Marsalis Come il jazz può cambiarti la vita, Feltrinelli 2009
Giancarlo Roncaglia Il jazz e il suo mondo Einaudi 1998
Gunther Schuller Il jazz- Le origini ed. italianaa EDT 1996
Giuseppe Seganti- "Massoni famosi" ed. Atanor 2009
Stefano Zenni I segreti del jazz - Una guida all'ascolto Stampa Alternativa/Nuovi equilibri 2008
Stefano Zenni Storia del jazz - Una prospettiva globale, Nuovi Equilibri 2012