di Sergio Ciannella
La Stampa di questi giorni riporta la notizia, ripresa dal vaticanista Aldo Maria Valli, che una Obbedienza massonica spagnola ringrazia il Papa per l’apertura verso le altre religioni e le altre culture, colta nelle parole della omelia pronunciata per la Natività.
Nel suo grande spirito di tolleranza la Massoneria nutre interesse per ogni manifestazione del pensiero umano, sia laico che religioso, dal quale trarre insegnamento e stimolo di ricerca. Non sorprende perciò che di tanto in tanto alcuni Liberi Muratori ripropongano il tentativo di riallacciare con il mondo cattolico un dialogo logorato più da vicende politiche, storicamente superate, che da motivi ideologici.
Però mentre la Massoneria non ha difficoltà di confronto, anzi lo cerca, la Chiesa di Roma, nella sua proverbiale prudenza, anche se si stesse muovendo nella medesima direzione, non lo darebbe ad intendere: ufficialmente è ferma nella sua posizione di condanna contro la Massoneria pronunciata in numerose Encicliche. Eppure l’abolizione della scomunica dal codice canonico, gli articoli di “Civiltà Cattolica”, la vicinanza di alcuni importanti rappresentanti del clero, gli scritti del massonologo Padre Rosario Esposito, stanno a dimostrare che gli spiragli di apertura, di cui ad avviso dei Fratelli spagnoli si fa interprete oggi Papa Francesco nella sua omelia favorevole al multiculturalismo, potrebbero annunciare una diversa considerazione della Massoneria.
Al di là delle posizioni ufficiali dettate da ragioni di opportunità piuttosto che da convinzione, per affrontare correttamente la delicata e complessa questione dei rapporti tra Chiesa e Massoneria, non basta affermare che i Liberi Muratori sono brave persone e che non potrebbero non esserlo, se il primo requisito che si richiede per essere ammessi in loggia è quello di essere liberi e “di buoni costumi”.
Occorre invece valutare se il percorso iniziatico proposto dalla tradizione massonica contenga aspetti compatibili con la fede religiosa del cattolico, che permettano di accoglierla con rispetto e serenità di giudizio considerato che, pur nelle storiche diversità, contribuisce all’esame spirituale dell’uomo interessato a raggiungere una maturità interiore da proiettare nel mondo circostante.
A tale riguardo può essere illuminante quanto scrive Papa Francesco nella Enciclica “Lumen Fidei”, che tratta argomenti di alto profilo culturale oltre che spirituale, specie sul tema della conoscenza e della ricerca della verità.
Qui i punti di convergenza con la visione massonica della realtà sono notevoli.
Anzitutto è da condividere il presupposto che “l’uomo ha bisogno di conoscenza, ha bisogno di verità perché senza di essa non si sostiene, non va avanti”.
Ci si ritrova inoltre nell’affermazione che “le verità del singolo consistono nell’essere autentici davanti a quello che ognuno sente nel suo interno” e che le proprie personali certezze portano a diffidare delle verità “grandi” imposte, ma non acquisite.
L’isolamento dell’individuo, chiuso nel relativismo della sua verità, trova soccorso nella fede, non imposta ma acquisita per consapevolezza, che permette di attingere a verità universali di ordine superiore, attraverso l’amore, inteso come fonte di conoscenza.
Così concepita, la fede è strumento di avvicinamento alla verità non dissimile dal lavoro di perfezionamento morale al quale si dedica il Libero Muratore animato da un desiderio di scoprire la verità paragonabile all’amore di cui parla l’Enciclica.
Se ne può dedurre che probabilmente la laicità del vero massone è meno distante di quanto si possa ritenere dall’impegno spirituale del vero cattolico. Entrambe le strade hanno l’uomo al centro, ognuna con la propria libertà di giudizio, esaltando quel libero arbitrio con cui si muove l’umanità intera.
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